L’esposimetro e i metodi di misurazione

Benvenuto! oggi parleremo dell’esposimetro e in particolare dell’esposizione illustrando i vari metodi di misurazione.

Cominciamo dicendo che l’esposimetro è un componente fondamentale della macchina fotografica, potremmo dire che ne rappresenta il cuore perchè ha l’importante ruolo di misurare la quantità di luce che proviene dall’obiettivo. Quindi è fondamentale per avere delle foto esposte correttamente, infatti grazie all’esposimetro riusciamo a stabili quale tempo di scatto utilizzare, quale diaframma e quindi qual’è il rapporto corretto tempo/diframma da impostare per ottenere la corretta esposizione.

Quando parliamo di esposizione infatti intendiamo dire che facendo una foto i toni devono essere bilanciati correttamente, ovvero quello che è bianco deve essere bianco e quello che è nero dovrà essere nero ed il grigio dovrà avere una tonalità grigia. Avere una foto sovra-esposta o sotto-esposta vuol dire avere uno scatto molto più bianco o luminoso di quella che è la scena reale e viceversa in uno scatto sotto-esposto. Quindi l’esposimetro è quello strumento che misura la luce, passo successivamente le informazioni al cuore della nostra fotocamera che interpreterà questo dato ed in base ad altri parametri stabilirà qual’è il tempo e/o l’apertura del diaframma opportuni per scattare una foto correttamente esposta.

Detto così può sembrare complicato, ora vi farò qualche esempio per farvi capire di cosa stiamo parlando.
Supponiamo di dover scattare una foto all’interno di una stanza e di aver impostato il programma di scatto della nostra reflex in modalità “Priorità di diaframma” indicato con il simbolo Av nelle Canon e con A nelle Nikon. Impostando un apertura di diaframma a 5.6 la fotocamera grazie alla lettura dell’esposimetro nel mio caso mi dice che devo utilizzare un tempo di scatto pari a 1/20 di secondo. Questo tempo di scatto è legato ad altri 2 parametri: l’apertura del diaframma e la sensibilità ISO impostata. Quando andiamo a scattare una foto dobbiamo sempre ricordare che le variabili in gioco sono 3:

  1. Tempo di scatto o di esposizione
  2. Apertura del diaframma
  3. Sensibilità ISO

è importante comprendere che è possibile variare questi 3 parametri tra di loro mantenendo sempre un esposizione corretta. Proviamo quindi a chiudere il diaframma di uno scatto, portandolo quindi a F8, non stiamo facendo altro che dimezzare il passaggio di luce. Quindi se la luce è dimezzata per ottenere una foto correttamente esposta dovremmo raddoppiare il tempo di scatto portandolo a 1/10 di secondo e cosi via più chiudiamo l’otturatore, meno luce riesce ad entrare e quindi abbiamo bisogno di un tempo di scatto più lungo per acquisire la luce necessaria.

Proviamo ora ad impostare un otturatore molto chiuso come F22, noteremo che ora il tempo di scatto sarà aumentato molto lungo, nel mio caso 2 secondi. Andiamo ad intervenire ora sulla sensibilità ISO. Il valore impostato era di 200 ISO se proviamo a roppiarlo portandolo a 400 ISO il tempo di scatto si dimezzerà ad 1 secondo e aumentando ancora a 800 ISO il tempo di scatto si dimezzera a 1/2 secondo e cosi via.

In tutti questi casi l’esposimetro invia alla macchina i dati la quale li elabora e in base all’apertura del diaframma e alla sensibilità impostata mi suggerisce un tempo di scatto. Tutte le foto quindi avranno una corretta esposizione ma con risultati diversi, come ad esempio la profondità di campo in quanto abbiamo utilizzato un apertura del diaframma diversa o ad esempio sulla qualità dell’immagine in termini di rumore digitale proprio perchè negli ultimi scatti abbiamo aumentato la sensibilità ISO.

L’esposimetro quindi ha il compito di fornirci le indicazioni per ottenere delle foto correttamente esposte. Questo però non succede in tutti i casi, ci sono delle circostanze in cui l’esposimetro viene tratto in inganno e in quel caso dovremmo essere noi a sotto-esporre o sovra-esporre per compensare gli sbagli dell’esposimetro.

Per capire gli sbagli che l’esposimetro commette dobbiamo capire come funziona. Secondo la nostra fotocamera non effettuiamo delle fotografie sempre di un grigio al 18% qualsiasi sia il tipo di scatto che stiamo effettuando, questo perchè è stato analizzato che nella maggior parte delle scene l’esposizione può essere ricondotta ad un grigio al 18%. Quindi il problema nasce quando nella foto che andrò a fare non c’è più una distribuzione di bianchi e di neri ma c’è una prevalenza di uno dei due, come ad esempio se voglio fotografare un primo piano ad un case che è completamente bianco o nero.

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