Apertura del Diaframma e Profondità di Campo

Per cercare di definire il diaframma di un obiettivo in modo semplice senza complicarvi le idee con concetti complessi o formule matematiche. Potremmo dire che è un sistema di regolazione della luminosità ossia della luce che può passare attraverso l’obiettivo, generalmente formato da una serie di lamelle (diaframma a iride). Sugli obiettivi di vecchia generazione era presente una ghiera che poteva essere regolata e, a seconda della posizione che assumeva, faceva entrare più o meno luce ad impressionare la pellicola o il sensore nelle reflex digitali. Sugli obiettivi moderni invece può capitare che la ghiera sia sparita perché il controllo è affidato completamente alla macchina fotografica e risulta infatti più comodo agire su una ghiera posta sul corpo macchina anziché su di una ghiera posizionata sull’obiettivo.

apertura del diaframma

Però per farvi capire bene il funzionamento del diaframma, utilizzerò una vecchia ottica munita di otturatore, dove regolando la ghiera posso farvi vedere l’effetto di apertura e chiusura dell’iride del diaframma.

Prima però voglio darvi un piccolo accenno teorico. Noterete che l’apertura del diaframma viene sempre indicata da un numerino preceduto dalla lettera “f”. Questi numeri esprimono il rapporto focale, ovvero il rapporto tra la lunghezza focale dell’obiettivo e il diametro dell’apertura del diaframma. Proprio per questo motivo più basso valore di f (es. f/2.8) più è ampia l’apertura del diaframma.
Ad esempio su obiettivo da 30mm (distanza focale) con un apertura del diaframma di 10mm corrisponde a f/3, mentre lo stesso obiettivo con un apertura meno ampia di 5mm corrisponde a f/6.

apertura del diaframma

il valore più basso f presente sull’obiettivo, che rappresenta quindi, l’aperta massima che il diaframma può raggiungere sul quell’obiettivo, è una caratteristica saliente che lo identifica e ci fornisce un parametro importante che è la “luminosità” di un obiettivo. Possiamo dire che questo parametro indica la bontà di un obiettivo, nel senso che quanto più un obiettivo è luminoso più è qualitativo, proprio per il fatto che avendo un apertura del diaframma più ampia riesce ad acquisire più luce e mi consente di effettuare riprese anche in situazioni di scarsa luminosità.

La regolazione del diaframma è fondamentale per regolare la profondità di campo. Per definire il concetto di profondità di campo ho riportato nell’immagine qui in basso un esempio per farvi vedere cosa succede quando si effettua uno scatto con un diaframma molto aperto e quanto faccio lo stesso scatto con un diaframma molto chiuso. In questo modo cercherò di spiegarvi il concetto di profondità di campo con un esempio pratico.

apertura del diaframma

Abbiamo quindi creato una composizione con tre tazzine che sono poste su piani focali diversi, ossia abbiamo la prima tazza (a sinistra) su cui è stata effettuata la messa a fuoco e poi le altre due tazze che sono poste ad un certa distanza dalla prima. Per cui vedete l’effetto della  profondità di campo proprio dal fatto che quando ho un diaframma molto aperto, la profondità di campo sarà molto ristretta, ciò vuol dire che la messa a fuoco sarà particolarmente concentrata in un’area ristretta avendo quindi a fuoco solo la prima tazzina e già la seconda sarà leggermente sfuocata. Chiudendo il diaframma succede che io vado ad aumentare la profondità di campo, ossia avendo sempre la messa a fuoco sulla prima tazzina, con un diaframma più chiuso avrò a fuoco anche le tazzine adiacenti fino a chiudere il diaframma al massimo e avremo a fuoco anche l’ultima tazzina. notiamo quindi che conservando la messa a fuoco tra i due scatti e diminuendo l’apertura del diaframma quello che cambia è la profondità di campo.

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